Storia e Architettura del Kassr Annoujoum

 

Cenni Storici

 

 Il progetto della sede di Fès rimonta al 2005 e trova la sua ragion d’essere nell’intento di sottolineare il ruolo della Fondazione Ducci quale  attivo agente nella promozione del dialogo tra le culture.

La scelta del Marocco e di Fès in particolare, città imperiale di un Paese che custodisce tra le più antiche e raffinate culture del mondo islamico, non è in effetti determinata dal caso, soprattutto in un momento in cui il mondo arabo e l’Islam sono al centro dell’attenzione, spesso diffidente, della nostra opinione pubblica, talvolta esposta al rischio di divenire ostaggio di pregiudizi e stereotipi.

Il Marocco, infatti, rappresenta per l’Europa un interlocutore di grande rilevanza nell’ambito degli incontri tra civiltà del Mediterraneo, e la città di Fès, dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, permette al viaggiatore appassionato di cogliere in pieno la ricchezza ed il fascino di un’arte e di una cultura autentiche.

In tale contesto, la Fondazione Ducci, in linea con i suoi fini statutari, intende fornire, attraverso le attività organizzate presso il Kassr Annoujoum, un contributo concreto per la promozione del dialogo culturale tra l’Europa ed in particolare l’Italia ed il Marocco. Il fine è quello di far sì che le differenze di cultura, valori e religioni divengano risorse e ricchezza comuni, affinché il concetto di tolleranza, ossia l’atteggiamento passivo di chi sopporta un peso,  possa esser sostituito con quello attivo e costruttivo della curiosità della conoscenza dell'altro e del diverso.

 

Cenni architettonici e artistici.

 

L’edificio del Kassr Annoujoum, risalente  alla prima metà del XIX secolo e situato  nei quartieri alti della Medina, fu fatto costruire, inglobando costruzioni molto più antiche, dalla nobile famiglia dei Belghiti Alaoui, che ne fece la sua residenza e vi abitò sino agli anni ’50 del secolo scorso quando fu acquistato da un famiglia di mercanti.

A pianta rettangolare, è costituito da tre corpi di fabbrica, le cui tre facciate rispettive danno sulla grande corte interna, delimitata sul quarto lato da un alto muro decorato splendidi mosaici in maiolica (zellig) e semi colonne ed arricchita, al centro, da una fontana in marmo bianco di Carrara. Loggiati, ciascuno sostenuto da quattro grandi colonne, ricoperte da ceramiche policrome, delimitano la corte.

Una scala di inconsueta ampiezza, abbastanza rara per le architetture dell’epoca, conduce ai piani superiori. Vari ambienti di diverse dimensioni si aprono sulla scala che attraversa due atri, uno al primo, l’altro al secondo piano, entrambi arricchiti da una fontana a parete. Il secondo atrio mette in comunicazione attraverso un altro ambiente, dal quale si diramano corridoi che conducono alle camere, ad un grandioso salone  impreziosito da pavimenti in marmo nero e bianco e da un lambris realizzato in marmo nero e ceramiche policrome.

Tutti i saloni ed alcune delle camere sono abbelliti da soffitti con travi in legno di cedro dipinte o decorate e da stucchi alle pareti.

Gli ampi terrazzi sovrastanti permettono una spettacolare vista a 360° sulla medina, consentendo di avere anche un’ampia visuale sul paesaggio circostante la città, e quindi sulle antiche tombe merinidi, e su di una parte della cinta muraria che racchiude l’intera città vecchia. 

Importanti opere di consolidamento sono state effettuate, prima di procedere alle opere di restauro conservativo che si basano su di una ricerca storico-filologica dell’architettura dell’immobile che, senza alterare il carattere originario, lo renda pienamente fruibile per le finalità della Fondazione.